Dopo ben trentasei anni di attesa, l’Olanda torna ad ospitare un Gran Premio di Formula 1. Lo fa grazie al Circuit Zandvoort, rinnovato in buona parte delle curve rispetto alla versione impiegata sino al 1985. Secondo i tecnici Brembo rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala d a 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di tre, il medesimo valore dell’Hungaroring e del Red Bull Ring. Uno dei tratti caratteristici è la presenza delle curve 3 e 14 con un banking rispettivamente di 19 e 18 gradi, più del doppio del dell’ultima curva dell’Indianapolis Motor Speedway.
Ciò si ripercuote sul set up delle monoposto che a sua volta condiziona il funzionamento dei freni. L'azienda italiana realizza pinze freno in alluminio-litio a sei pistoni (valore massimo stabilito dal regolamento) per otto delle scuderie del Mondiale 2021. Le pinze monoblocco sono state introdotte nelle competizioni proprio dal costruttore italiano, nella seconda metà degli anni ottanta, sulle Ferrari F187/88C di Michele Alboreto e Gerhard Berger.
Per la stagione attuale, ciascun team, in funzione delle esigenze specifiche della vettura, definisce insieme agli ingegneri Brembo il rapporto ottimale tra peso e rigidezza che dovranno avere le pinze freno.
Per ciascuna scuderia lo sviluppo dell’impianto frenante avviene in maniera totalmente autonoma e separata, così da preservare i segreti industriali.
Dopo aver accertato in pista la bontà delle pinze monoblocco, Brembo le ha trasferite sulla produzione di serie che oggi caratterizzano le più prestigiose e diffuse vetture sportive. Una sfida ulteriore per i grandi quantitativi da realizzare e per la durata, pari all’intera vita della vettura richiesta alle pinze stradali. Una qualità che contraddistingue le pinze Brembo della famiglia B-M, progettate per chi desidera il massimo dalla propria automobile.
Lavorate da un grezzo di alluminio fuso con un processo di fusione con tecnologia 4D e con le canalizzazioni del fluido interne, anziché le convenzionali connessioni a tubo rigido esterno, queste pinze garantiscono una eccezionale rigidità e deformazione. Grazie a questa tecnologia le caratteristiche tecniche delle B-M4, B-M6 e B-M8 sono simili a quelle delle pinze racing ricavate dal pieno o forgiate. In nove delle quattordici curve del tracciato olandese i piloti di F1 utilizzano i freni.
Fra queste non figura l’ultima curva sia per la sua inclinazione che per gli oltre 90 km/h persi nella curva precedente. In media in un intero giro l’impianto frenante è attivo per 12 secondi e 3 decimi, equivalenti al 17 per cento dell’arco della distanza prevista per la corsa di domenica. L’estrema scorrevolezza della pista è confermata dalla presenza di due sole curve con spazi di frenata superiori ai cento metri. Fatta eccezione per Imola, nessun altro circuito impiegato quest’anno ha avuto così poche frenate con queste caratteristiche. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico di 43,3 tonnellate sul pedale del freno.
Delle nove frenate del Circuit Zandvoort, due sono considerate altamente impegnative per i freni, quattro mediamente impegnative e le restanti tre leggere. La frenata più temuta è quella della curva 11, nonostante un picco di velocità inferiore alla prima curva dopo il traguardo. La decelerazione è però maggiore perché le monoposto passano da 313 km/h a 99 km/h in soli 105 metri. Per riuscirci hanno bisogno di 2 secondi e 25 centesimi di secondo durante i quali i piloti esercitano un carico di 139 kg sul pedale del freno e subiscono una decelerazione di 4,8 G.